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PROCESSATO PER AVER IMBRATTATO UN MURO: IL GIUDICE ACCOGLIE LA NOSTRA TESI, VERGOGNA O GIUSTIZIA?

Assolto il writer difeso dallo Studio Legale Arnone: “Il muro era già imbrattato, la condotta è inoffensiva”

Lo Studio Legale Arnone ha ottenuto un’importante assoluzione in un processo che vedeva imputato un giovane writer accusato di imbrattamento ai sensi dell’art. 639 c.p., per aver realizzato un graffito su un muro cittadino. La tesi difensiva, accolta integralmente dal Giudice, si è fondata su un elemento spesso trascurato: il muro era già ampiamente deturpato da scritte e graffiti preesistenti.

La condotta, ha rilevato il Giudice in sentenza, non ha arrecato un ulteriore danno percepibile al bene tutelato, risultando di fatto inoffensiva sotto il profilo penale. È stato così applicato il principio di offensività, cardine del diritto penale, secondo cui non può essere punita un’azione che non incide concretamente sul bene giuridico protetto dalla norma.

L’avv. Arnone c he ha difeso il giovane artista, ha commentato:
“Questa pronuncia riafferma un principio fondamentale: il diritto penale non può intervenire quando manca un danno reale o un pericolo concreto. Non ogni graffito è automaticamente reato: il contesto e le condizioni del bene vanno sempre valutati con attenzione.”

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