Il 2014 è stato un anno nero per i disastri aerei.
E il 2015, con lo schianto in Francia dell’Airbus Germanwings da Barcellona a Düsseldorf, non nasce sotto gli auspici migliori.
In tutto l’anno passato i morti furono oltre 660, in gran parte a bordo dei tre aerei malesi caduti in sfregio alle leggi sulla probabilità: due boeing di Malaysia Airlines, compagnia valutata tra migliori al mondo, e l’Airbus di Air Asia.
Le 150 vittime del volo Germanwings, low cost della tedesca Lufthansa senza perdite dal 1990, in una tratta tra le più sicure e con una compagnia di linea tra le più scrupolose, confermano la maledizione delle rare – ma imprevedibili – tragedie aeree.
Non si registravano bilanci così funesti dal 2005, con oltre 1.050 morti in volo. Preceduto, a sua volta, dall’annus horribilis del 2001 della strage di Linate e degli attentati di al Qaeda in America, l’11 settembre.
Nel 2014 le società assicurative hanno lamentato perdite per oltre 2 miliardi di dollari, rivedendo al rialzo, come nel 2001, la copertura delle compagnie con rotte o flotte ritenute più a rischio.
In realtà il meccanismo dei premi e delle riassicurazioni – le assicurazioni che a loro volta coprono le assicurazioni delle società di volo, sia per passeggeri e mezzi sia per danni dolosi – garantisce comunque loro di fare profitti da incidenti o attentati aerei.
Essenziale, per le famiglie delle vittime, è rivolgersi subito a legali specializzati, in modo da ottenere il risarcimento dovuto. Non al ribasso e più alto dei 126 mila euro obbligatori di indennizzo versati, qualunque sia la causa, delle compagnie aeree per ogni perdita di vita.
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