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MILANO – GALLERIA, ALGANI CONTRO IL COMUNE: “NOI ESCLUSI, FAREMO RICORSO AL TAR”

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Anno2020
AvvocatoGino MD Arnone

ALGANI contro COMUNE DI MILANO

«Il Comune ci nega persino la possibilità di partecipare al bando di gara per lo spazio che gestiamo. Faremo subito ricorso al Tar per bloccare la delibera della Giunta”. Parole di Fabrizio Di Iorio, uno dei soci gestori di Algani, lo storico negozio di souvenir in Galleria Vittorio Emanuele, ma con vetrina su piazza Scala, a cui la Giunta ha negato il rinnovo automatico del contratto di affitto.

Una decisioneche non va giù agli attuali gestori. Perché l’assessorato al Demanio guidato da Roberto Tasca ammette che Algani ha i requisiti storico-commerciali, indicati in una delibera del 2019, per ottenere il rinnovo del contratto, ma “nell’ambito della propria discrezionalità, l’amministrazione ha valutato di valorizzare diversamente gli spazi favorendo, per la privilegiata posizione di accesso alla Galleria Vittorio Emanuele, il cambio di destinazione d’uso”, si legge nella delibera approvata venerdì dall’esecutivo comunale.

“La decisione della Giunta èassurda e ingiusta – commenta Di Iorio –. Non esiste che dopo 93 anni di attività del marchio Algani e oltre 30 anni di gestione da parte delle nostre famiglie, il Comune non solo non ci rinnovi in automatico il contratto, ma ci inibisca addirittura la possibilità di partecipare al bando per lo spazio. A quattro mesi dalla scadenza del nostro contratto di locazione, Palazzo Marino ha cambiato le carte in tavola”.

Di Iorio si riferisce al fatto che, nella delibera di venerdì, la Giunta ha escluso la possibilità che lì possa continuare a esserci un negozio di souvenir. Il cambio di destinazione d’uso, infatti, elenca queste attività: arte e/o antiquariato; arredamento, design e/o illuminazione d’autore; tecnologia multimediale musica e video e/o telefonia; prodotti farmaceutici; gioielleria; galleria di opere d’arte originali e autentiche; attività museali”.

Il gestore di Algani, intanto, torna alla carica: “Dal 18 maggio siamo sempre aperti, nonostante i guadagni siano inferiori del 99% rispetto al periodo pre-Covid, ma vogliamo dare un contributo alla ripresa di Milano. E la ricompensa qual è? Abbiamo già affidato la pratica al nostro avvocato, tuteleremo il nostro lavoro, andremo avanti finché non otterremo giustizia”.

Di Iorio, poi, sottolinea che i 72 mq indicati nella delibera (60 mila euro annui l’attuale canone di locazione) per lo spazio Algani sono più virtuali che reali: “Lo spazio del negozio è di 14 mq. Il resto è un monolocale al primo piano e un magazzino nel retro. Come possono starci una gioielleria o una farmacia? Nella delibera si parla pure di “attività museali’’ e guarda caso, sopra Algani, c’è il Museo di Leonardo. A pensar male ci si azzecca?”.

Algani, riconosciuto “bottega storica’’ dalla Regione, ha aperto nel 1927 come libreria, poi si è trasformata in edicola, l’unica a Milano ad avere tutti i giornali stranieri. Poi la libreria Rizzoli ha acquistato la licenza dell’edicola e Algani è diventato un negozio dove si vendono souvenir e libri su Milano.

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