«Lo Stato dia un segnale forte e chiaro con un indennizzo alle famiglie di medici e infermieri deceduti per la loro attività di tutela della salute pubblica. Altrimenti noi siamo pronti a dare battaglia». Le prime avvisaglie di strascichi giudiziari sulla questione Coronavirus arrivano da Tori no, dove l’avvocato Gino Arnone ha ricevuto dalla famiglia di una «vittima professionale» l’incarico di esplorare la possibilità di muovere un’azione legale.
Secondo l’avvocato, già assistente alla cattedra di diritto civile all’Università, «bisogna applicare la normativa prevista per le cosiddette “vittime del dovere” che è stata azionata più volte per determinate categorie di soggetti». Si trat tadiunaleggenata originariamente per gli appartenenti alle forze di polizia e alle forze armate caduti durante operazioni di servizio, ma che è stata ripetutamente estesa e aggiornata nel corso degli anni.
Le circostanze legate al Coronavirus, naturalmente, sono senza precedenti, ma secondo l’avvocato vi rientrano a pieno titolo: la legislazione, infatti, ammette ai benefici il personale «impegnato inattività di tutela della salute pubblica».